Unione Europea
11.5.2025

Stati Uniti contro le regole europee sull’IA: cosa c’è dietro lo scontro

In breve

L'amministrazione Trump sta cercando di bloccare le nuove regole europee sull’intelligenza artificiale (IA), giudicate troppo rigide e dannose per le aziende americane. Ma lo scontro nasconde tensioni più profonde sulla regolamentazione globale del digitale.

L’Europa spinge su regole più severe per l’IA

L’Unione Europea sta per introdurre l’Artificial Intelligence Act, il primo pacchetto normativo al mondo pensato per regolare lo sviluppo e l’uso dell’intelligenza artificiale avanzata. Parallelamente, è in preparazione un Codice di Condotta (“Code of Practice” in inglese) volontario per guidare le aziende tech nell’applicazione concreta delle nuove norme.

Il codice è stato elaborato con il contributo di imprese, detentori di copyright e società civile, sotto il coordinamento della Commissione Europea, e punta a migliorare trasparenza, sicurezza e rispetto del copyright nei modelli linguistici come ChatGPT e Google Gemini. Anche se non obbligatorio, ignorarlo potrebbe attirare controlli più severi da parte delle autorità.

L’AI Act rappresenta però la vera svolta vincolante. Le sanzioni previste per chi viola le norme possono arrivare al 7% del fatturato globale in caso di infrazioni gravi, o al 3% per gli sviluppatori di modelli avanzati. Alcune disposizioni, come il divieto di riconoscimento facciale in spazi pubblici, sono già entrate in vigore. L’intero impianto normativo sarà operativo da agosto 2025.

Washington tenta di fermare Bruxelles

Negli ultimi giorni, gli Stati Uniti hanno lanciato un’offensiva diplomatica contro la linea europea. La Missione USA presso l’UE (una rappresentanza diplomatica volta a rafforzare il partenariato strategico tra USA e UE) ha inviato una lettera alla Commissione e a diversi governi europei, chiedendo lo stop del Codice di Condotta sull’IA nella sua forma attuale.

Secondo Washington, le nuove linee guida sarebbero “eccessivamente onerose” e andrebbero oltre i limiti fissati dalla stessa legge europea, imponendo vincoli aggiuntivi che rischiano di frenare l’innovazione. Gli USA hanno anche proposto di inviare propri esperti tech per “chiarire” i punti più critici con i funzionari europei.

Il portavoce della Commissione Europea, Thomas Regnier, ha confermato la ricezione della lettera.

La versione finale del Codice di Condotta dovrebbe arrivare entro maggio. Ma resta da vedere se le pressioni americane riusciranno a rallentare, o addirittura modificare, l’ambizioso progetto normativo europeo.

Le big tech americane: “norme inapplicabili”

La posizione del governo USA riflette le preoccupazioni espresse da diversi colossi tech. Meta, ad esempio, ha definito il codice “inapplicabile”. Joel Kaplan, responsabile degli affari globali dell’azienda, ha dichiarato che Meta non firmerà il documento nella sua forma attuale, e ha accusato l’Europa di penalizzare le imprese americane e di isolarsi nel panorama tecnologico globale.

Anche un dirigente di Alphabet (Google) ha criticato duramente le bozze del codice, giudicando eccessive le richieste di trasparenza sui diritti d’autore e di verifiche da parte di terzi.

Uno scontro che va oltre l'intelligenza artificiale

Dietro il braccio di ferro sull’intelligenza artificiale si nasconde una frattura più profonda tra Unione Europea e Stati Uniti sul ruolo della regolazione digitale in generale.

Già in passato Donald Trump aveva criticato le politiche europee come “una forma di tassazione” mascherata. Recentemente, il Congresso USA è tornato all’attacco: Jim Jordan, presidente della Commissione Giustizia, ha inviato lettere ai leader europei accusando l’UE di voler limitare la libertà d’espressione degli americani.

La decisione dell’UE di multare Apple e Meta per circa 700 milioni di euro per violazioni antitrust è stata definita “estorsione economica” da un portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca.

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